Anfora romana nel garage. Denunciato ristoratore riminese. Rischia una condanna a 10 anni

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Un’antica anfora di origine greco-romana (la datazione al momento è ancora incerta) finita per sbaglio nelle reti di un peschereccio e poi, dopo alcuni passaggi di mano, nello scantinato di un ristoratore riminese. Che adesso si ritrova seriamente nei guai dopo essere stato denunciato dalle forze dell’ordine per ricettazione di beni culturali. Reato punito severamente con potenziali condanne fino a 10 anni di reclusione e una multa che può arrivare a 15mila euro, nel caso in cui dovesse essere dimostrato il suo coinvolgimento nella vicenda. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Rimini, ha visto coinvolte la Sezione di polizia marittima della Capitaneria di porto e la stazione navale della Guardia di finanza, a seguito di alcune voci che parlavano del ritrovamento in mare di un reperto archeologico da parte di un peschereccio. Secondo le informazioni raccolte, l’anfora sarebbe rimasta impigliata nelle reti da pesca, ma invece di denunciare il ritrovamento alle autorità, i pescatori avrebbero consegnato il reperto al ristoratore. E così, anziché fare bella mostra di sé in un museo di storia antica, il vaso era finita nell’abitazione di un privato, che la custodiva gelosamente per sé.

Quei rumors circolavano tra le banchine del porto di Rimini già dalla fine del mese di agosto. Inevitabilmente sono giunti fino alle orecchie della Guardia costiera e dei finanzieri. Che, naturalmente, hanno voluto vederci chiaro. Le forze dell’ordine hanno quindi avviato una serie di accertamenti e pedinamenti, culminati il 10 settembre in una serie di perquisizion...



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