Prima l’inaugurazione della ‘Casa della Patria’ a Ferrara, poi l’annuncio di “presidi per la sicurezza e corsi di autodifesa” come risposta ai fatti di cronaca nera avvenuti in città, infine le polemiche dopo l’approvazione bipartisan in Consiglio di un documento volto a “censurare la presenza di forze politiche e movimenti contrari ai principi democratici e antifascisti della Costituzione”. La calata di Forza Nuova a Ferrara è diventata un caso. Tanto più dopo la netta presa di posizione del sindaco leghista Alan Fabbri in risposta agli attacchi di Roberto Fiore, leader di Fn, che aveva accusato maggioranza e opposizione di “discriminazione”. “A Ferrara – ha detto Fabbri – non c’è spazio per chi si ispira a valori contrari alla nostra Costituzione. I nostri valori sono quelli e non possono essere messi in discussione”. E ieri ancora Fiore dalla sede del movimento ha messo nel mirino la mozione di censura approvata in Consiglio comunale. “Abbiamo aperto una sede qui, non abbiamo dato fastidio a nessuno – ha detto –. Apriremo presto anche a Reggio Emilia e in altre tre città, e in tutta risposta ci troviamo a fronteggiare una mozione, col voto di maggioranza e opposizione, che è un insulto al concetto di dibattito. Siamo tornati a cinquant’anni fa, quando ci ne...
Antifascismo: il dibattito. Nuovi strumenti e volontà, ma ora Fn apre altre sedi
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