BOLOGNA – Una targa per Graziella Fava, vittima inconsapevole del terrorismo, morta a 49 anni il 13 marzo 1979 in via San Giorgio, nel centro di Bologna, nel corso di un attentato ai danni della sede dell’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna. Due uomini e una donna, armati e mascherati, entrarono negli uffici, sequestrarono un impiegato e un ospite e appiccarono il fuoco. Il fumo arrivò l’appartamento al piano di sopra dove si trovavano una donna di 81 anni, sua figlia e la collaboratrice domestica: le prime due furono salvate, la terza – Graziella Fava appunto – rimase invece asfissata e fu trovata sul pianerottolo. Un’azione rivendicata dalla sigla “Gatti selvaggi”, i cui responsabili non sono mai stati identificati. Proprio lì, l’Aser e l’Ordine dei giornalisti, assieme al Comune e alla Regione, e alla presenza del figlio e della nipote, hanno voluto ricordarla, 45 anni dopo.
Presenti anche la nipote e il figlio di Graziella Fava, avvicinato a fine cerimon...