Grandi manovre al centro, il caso De Luca e la questione Todde. Sono tanti i temi ’caldi’ per il Pd, "partito che guai se rinunciasse a essere riformista e, allo stesso tempo, guai se coltivasse l’autosufficienza". Ne è convinto l’eurodeputato e presidente dem, Stefano Bonaccini, che, dalla sua Emilia-Romagna, dove è tornato per le feste, discute del futuro dem e promuove la scelta di Fabrizio Curcio, neo commissario alla ricostruzione post-alluvione.
Da presidente del Pd, come giudica le manovre al centro? Delrio, intervistato da Qn, nega di voler ricostituire una Margherita-bis. Lei che cosa ne pensa?
"Graziano ha spiegato bene i motivi per cui ci sarà l’appuntamento di Milano di ’Comunità democratica’ e io li condivido. Ogni contributo che può arrivare al Pd e al centrosinistra da un rinnovato protagonismo cattolico per me è il benvenuto. Purché si mettano in primo piano contenuti e non formule astratte. Ai cittadini interessano i primi, per niente le seconde".
Questi movimenti a che cosa porteranno?
"Guai se il Pd rinunciasse a essere un partito riformista e, allo stesso tempo, guai se coltivasse l’autosufficienza. La mia piena collaborazione alla segretaria Elly Schlein ha due presupposti: il primo l’unità interna, garantendo il pluralismo. Non ci servono correnti cristallizzate per garantire un posto a coloro che le guidano, ma sono invece utili aree politico-culturali che portino idee per rendere più forte e largo il Pd. Il secondo presupposto è cos...















