Rimini, 8 novembre 2024 – Uno, nessuno e centomila. Come le maschere indossate nella sua camaleontica esistenza dal 51enne riminese Daniele Migani. Scienziato, broker, “truffatore”. Migani è l’uomo che dalla sua San Clemente presto lasciò la Valconca per spiccare il volo sulle ali dell’ambizione, conquistando Ginevra e il Cern, dove lavorò come uno dei fisici nucleari più promettenti del panorama internazionale.
Prima scienziato, poi broker: asso dell’alta finanza quando ad alimentare i suoi sogni non erano più gli atomi, ma i dollari. Migani diventò il capo della società di consulenza elvetica ’XY’, da lui stesso fondata e – attraverso il gruppo – l’uomo che sussurrava ai vip i segreti per passare dall’essere ricchi a ricchissimi. Una parabola scintillante e vertigionosa che, però, in questi giorni ha vissuto una ripida discesa. Fino a infrangersi e schiantarsi contro l’inchiesta delle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura di Milano, che hanno sequestrato a Migani quasi 18 milioni di euro, ritenuti “il profitto illecito” della sua attività.
Il broker riminese avrebbe messo in piedi “un sofisticato sistema societario, creato ad hoc al fine di collocare in Italia, attraverso una folta rete di agenti, diverse tipologie di prodotti finanziari”, come polizze assicurative sulla vita, strumenti finanziari derivati, servizi di investimento in un fondo lussemburghese, “in assenza delle prescritte autorizzazioni per operare fuor...



















