L'ultimo sabato di ottobre, un anno fa, trenta gradi a mezzogiorno, ero in una spiaggia romagnola, disteso su un lettino, a godermi l'ultima tintarella d'autunno.
C'era tanta gente, sembrava quasi d'essere, se non a Ferragosto, in un giorno di metà settimana di giugno. Mancavano solo gli ombrelloni, ma da un certo punto di vista era tutto più chic, più bello, più selvaggio, oserei scrivere più libero.
Nostalgia canaglia.
Da ieri, un anno dopo, i lettini in spiaggia sono spariti e le spiagge romagnole praticamente chiuse.
Fra nuove alluvioni e gente ancora una volta disperata, è il minimo che potesse capitare, direte voi.
Sì, vero, ma il discorso è diverso. E' un altro.
Le spiagge chiudono perché le nuove disposizioni di legge, arrivate circa un mese fa, dicono che uno stabilimento balneare, per poter 'vendere' il servizio da spiaggia, necessità di un altro servizio: quello del salvataggio. Servizio che è scaduto domenica e di conseguenza è vietato noleggiare i lettini. Puoi andare in spiaggia, sì, ma se vuoi stenderti o ti porti un lettino da casa o ti fai bastare un telo. Sempre che non si opponga il bagnino (non di salvataggio) di turno che magari ti caccia: in teoria potrebbe farlo.
C'è di peggio, intendiamoci, ma in questo eterno tira e molla sulle spiagge che va avanti da una vita, ci pare che facciamo a gara a chi si fa male di più. Da un lato ci sono i bagnini (quelli che gestiscono gli stabilimenti balneari) che potrebbero comunque organizzarsi per trovare d...










