Franchella
Un’Italia "sempre più scacco della crisi climatica", in conseguenza, anche, della situazione in cui versa il Paese, diviso "in due tra poca e troppa acqua". Non lascia ben sperare il report 2024 dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente (realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol), che mette in fila i numeri della crisi climatica al 31 dicembre scorso. Il bilancio è spietato: per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi estremi che hanno colpito la Penisola. Per essere precisi, la conta arriva a 351, di cui 198 avvenuti in nord Italia, 61 al centro e 92 al sud. I numeri più allarmanti, tuttavia, li si ricava adottando il grandangolo e tornando al 2015: rispetto ad allora, infatti, il 2024 ha visto un aumento degli eventi estremi pari al +485%. La maggior parte dei danni è dovuta all’acqua: infatti, dal 2023, si registra un +11,9% di allagamenti dovuti a piogge intense, un +23,9% di esondazioni fluviali e un +54,5% di danni da siccità prolungata.
A questi dati, vanno aggiunti i 62 eventi estremi legati al vento. La regione più colpita dello scorso anno? È facile indovinare: l’Emilia-Romagna, con 52 eventi estremi. In tutto questo, sebbene in misura minore, compare anche Ferrara. Ma facciamo un passo indietro. Il report non è solo una risposta empirica ai negazionismi, purtroppo sempre esistenti, ma è anche un monito all’operato del governo Meloni. Viene sottolineato come "la Penisola, ancora una volta, si sia fatta trovare impreparata". Al governo, in part...
















