Rimini, 20 gennaio 2025 – Non è stato un anniversario come gli altri, per i sopravvissuti e le famiglie delle vittime della Costa Concordia. Tredici anni fa – era il 13 gennaio 2012 – la tragedia all’isola del Giglio: il naufragio della nave da crociera costò la vita a 32 persone, tra cui i riminesi Williams Arlotti e sua figlia, la piccola Dayana, di appena 5 anni. È di pochi giorni fa la notizia che Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio, ha chiesto il regime di semilibertà. Schettino ha maturato i termini che gli consentono di accedere a misure alternative al carcere, avendo già scontato oltre metà della pena. L’udienza si terrà il 4 marzo. Una notizia che addolora chi ha vissuto in prima persona quell’incubo. “È giusto che Schettino paghi per quello che ha fatto”, dice Vanessa Brolli.
Vanessa aveva soltanto 14 anni, all’epoca. Era in crociera con i fratelli Omar e Federica, i genitori e altri parenti, per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni. “Eravamo 14 in tutto. Doveva essere un viaggio di festa e invece…”.
Lei si salvò grazie al padre. “Ha preso di peso me e mia mamma e ci ha caricato su una scialuppa. Lui è stato tra gli ultimi a lasciare la Concordia, quando l’acqua arrivava oramai alle ginocchia”. Il fratello Omar ha salvato la nonna e altre persone.
Per anni Vanes...






















