Da Meloni a Schlein: i banchi di prova del salto nazionale

11 mesi fa 352
Dokky Suite - Document Collaboration and Management Platform

Michele de Pascale ha già un ruolo da leader nazionale. Lo ha fatto ieri, dicendo no al pulviscolo politico della logica correntizia Pd e al Cencelli dei territori (Ferrara snobbata, Bologna ridimensionata, ampi spazi a Reggio, il ritorno di Forlì). Lo farà oggi, nel primo faccia a faccia con il premier Giorgia Meloni dove il convitato di pietra sarà il nuovo commissario alla ricostruzione e, poi, ad Atreju per parlare di autonomia. Lo farà domani, quando dovrà gestire le riflessioni in un partito che è sempre più movimento (molte chat ieri sono impazzite e chiedevano seri confronti interni): il sacrificio di un nome certo, serio e fidato come quello del segretario regionale dem Luigi Tosiani, il segretario (che ha alzato la mano e s’è tirato fuori con eleganza) di uno dei risultati record e nonostante questo non premiato, è il gioco del rovescio del tentativo di pressing per Stefano Caliandro, gradito soprattutto al sindaco di Bologna Matteo Lepore ma anche alla segretaria nazionale Elly Schlein. Ergo?

La nuova giunta regionale non è frutto dei niet, ma dei sì. I sì convinti. Uno degli amministratori più vicini a de Pascale ha ribadito il concetto più volte: sei coraggioso, metti il coraggio nelle tue convinzioni, non metterlo nelle eterne mediazioni. Così è stato. Ma a quale prezzo?

Il rapporto col Governo, che sull’alluvione non vuole lasciare sei miliardi di euro direttamente in mano a viale Aldo Moro, è il primo ban...



Bologna Press condivide questo contenuto utilizzando sempre
Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International (CC BY-NC-SA 4.0) Creative Commons License

Leggi tutto questo Articolo