Bologna, 6 novembre 2024 – Un’elezione è fatta di numeri. Le cifre, infatti, decretano il vincitore di uno scontro elettorale, oppure sono utili (ma non risolutive) per prevedere quelle che possono essere le probabilità di vittoria di uno o dell’altro candidato. Quest’ultima parte è rappresentata dalle analisi e dalle statistiche elettorali.
Alle 21 di ieri, all’interno di un gremito Salone Marescotti, sito nell'omonima sede del dipartimento delle Arti, però, è il caso di lasciarsi andare al dibattito, ricordando che è ancora presto per conoscere i risultati della faida tra la democratica Kamala Harris, in corsa per diventare la prima donna a essere presidente degli Stati Uniti, e il repubblicano Donald Trump, già alla Casa Bianca dal 2017 al 2021.
Lo sfondo del computer raffigura l'asinello blu - simbolo dei democratici - che fissa l'elefante rosso - simbolo dei repubblicani - come a ricercare lo scontro. Questa battaglia, a differenza delle tornate elettorali precedenti, vede aleggiare lo spettro dei due scenari di guerra principali nel mondo: Ucraina e Medio Oriente. Sono anche le posizioni dei due candidati su questo tema ad aver reso questa campagna più incerta che mai. "Due interpretazioni: una continuità, nel lungo periodo, della politica estera americana con quanto fatto sino ad ora; e un’altra di rottura rispetto al passato, quella di Trump. Una nuova amministrazione Trump sarebbe una doccia fredda per l’Europa”, come ha accennat...


















