Fermana, non scordarti di valorizzare i giovani

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Difficile dire da dove può ripartire la Fermana. Negli scorsi giorni abbiamo analizzato quello che potrà essere il futuro dei gialloblù. La Serie D a oggi appare più un obiettivo che una condanna. Il debito da oltre due milioni e mezzo non può far pensare ad altro. L’iter per la ristrutturazione di esso con Agenzia delle Entrate e INPS su tutte è iniziato. Si spera in una risoluzione benevola per i canarini che altrimenti rischiano grosso. Il tempo di programmare il futuro sportivo non è ancora arrivato, perciò la testa deve andare su come porre le basi per non rivivere più due retrocessioni nel giro di tre anni. Da che mondo è mondo, in ogni club il settore giovanile è sempre stato un punto cardine. Purtroppo, però da diversi anni a questa parte a Fermo non è stato così.

La Fermana è retrocessa due volte in tre anni perché la gestione del vivaio è stata pessima? No, ma nel complesso la sua parte la fa sempre. Prendiamo in esame l’ultima stagione. Se guardiamo alla prima squadra, gli unici due giocatori cresciuti nel vivaio della Fermana sono stati Pistolesi e Grassi. Il primo ha rappresentato una risorsa importante sia per Bruniera che per Protti e Mosconi.

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