Bologna, 20 settembre 2024 – C’è una gag di Giuseppe Giacobazzi che rappresenta una vera perla per chi ha vissuto l’infanzia scandita da un tortino Porretta a colazione o a merenda. Perché quello sketch, su Youtube, parla in particolare al bambino e alla bambina di Bologna, la cui vita era declinata in quei 40 incredibili passi della sfida: ma ce la fai a mangiare il tortino in 40 passi? C’erano le sfide a ricreazione, negli anni Settanta e Ottanta. Pensate che naif.
Nel tempo, questa epica al profumo di limone – perché il tortino è classicamente una ciambellina profumata, un preparato semplice che assomiglia alla miglior torta che si potrebbe fare in casa, come dice Giulian Corsini – insomma, questo mito della merendina soffice che è un po’ secchina perché non contiene conservanti, ha vissuto alti e bassi nella memoria collettiva, scomparendo un po’ dall’adolescenza delle generazioni successive, ma tornando a fare capolino oggi, forse anche grazie ai blog di cibo che amano queste chicche di storia affascinanti, piene di genuinità.
Il podcast di oggi, Il Resto di Bologna, parla proprio della star bolognese delle merendine italiane. Perché il tortino, la cui storia ha inizio nel 1935 a Porretta, in forma di “Torta Porretta”, da un’intuizione del fornaio Dino Corsini e di sua moglie Vatulia, si può definire una merendina inossidabile, la prima prodotta industrialmente in Italia, perché ha resistito alla modernità, soprattutto grazie alle decisioni di Giulian Corsin...










