Fano (Pesaro e Urbino), 29 agosto 2024 – “Io celebro matrimoni, nascite. Ma occhi così felici non li avevo mai visti”. Torna con un bagaglio pesante don Sandro Messina, sacerdote della diocesi di Fano e direttore della locale Fondazione Migrantes. Venerdì notte è salpato da Trapani a bordo della barca a vela della Cei, che ha affiancato il rimorchiatore Mare Jonio nella missione di salvataggio benedetta dal Papa. In 14 ore, ha visto 182 persone sottratte alla tirannia del mare. Con lui gli uomini e le donne di Mediterranea Saving Humans, l’organizzazione capitanata da Luca Casarini, ex no global.
Torna più leggero o più pesante da questa esperienza?
“Serbo tante emozioni contrastanti. La bellezza delle persone incontrate, la grande professionalità degli operatori e dei volontari, le sofferenze che da uomo e da prete non riesco a tollerare. Ma serbo anche un forte senso di responsabilità perché ci sia davvero un’azione forte”.
Racconti questi giorni.
“Sabato pomeriggio c’è stata segnalata la presenza di una barca di legno, a sud di Lampedusa, con 67 persone a bordo. Ci siamo avvicinati, abbiamo stabilizzato la barca, distribuito i salvagenti e iniziato il trasbordo coi gommoni della Mare Jonio, il rimorchiatore di Mediterranea cui ci affianchiamo nella missione. Intanto erano stati presi contatti con la Guardia costiera per trasferirli sulla terraferma”.
Erano in difficoltà?
“Galleggiavano in mezzo al mare. Erano fermi. Però quando ci siamo avvicinati abbiam...














