La criminalista: "Così cerchiamo gli scomparsi"

10 mesi fa 369
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"Si parte dalla persona e dalla sua vita. Il sopralluogo solitamente inizia proprio nell’abitazione della persona scomparsa per trovare indizi che portino o all’allontanamento volontario oppure al sequestro o, appunto, a qualcosa di più ‘violento’. Si cercano quindi tracce di aggressione nell’ultimo caso o di ‘partenza’ nel primo, come un biglietto del treno. Dopo di che ci si concentra sui rapporti familiari e su quelli ‘amicali’. Nel caso di Daniela Ruggi, ad esempio, dubito fortemente si tratti di allontanamento volontario".

Così la criminalista Katia Sartori analizza la scomparsa di Daniela Ruggi e, in particolare, fa il punto sul ruolo dei consulenti nel caso di persone scomparse. "Sono cruciali le prime ore dopo la scomparsa di una persona: più tardi si denuncia, più tardi si parte ad indagare. Il primo ‘aspetto’ da analizzare è sicuramente la personalità della persona scomparsa: eventuali problemi psichiatrici, economici, problematiche familiari o liti con persone vicine. Si deve scandagliare la vita privata del soggetto scomparso. Si guardano i movimenti bancari, trasferimenti di denaro ingenti, frequentazioni, abitudini: come vive sostanzialmente questa persona. Daniela è un soggetto che rientra nelle categorie fragili: l’idea che possa essere stata adescata – e non nel senso sessuale – è sicuramente plausibile" spiega ancora Sartori. "Credo purtroppo che a Daniela sia capitato qualcosa ma le indagini sono in corso. In generale si deve tener conto di tutte le segnalazioni che arrivano e se siano il frutto o meno di una visione ‘condizionata’ da ciò che ...



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