All'Ima di Bologna, colosso metalmeccanico, da giugno a settembre l'orario settimanale scenderà a 36 ore, ma pagate 40. Insomma, si lavorerà di meno con la stessa busta paga. Nel Bolognese, lo stesso succede già alla Lamborghini, gigante dell'auto.
Ima è una multinazionale che produce macchine automatiche per l'impacchettamento, conta quasi quattromila dipendenti (3100 a Bologna, gli altri sparsi tra Parma, Toscana e Piemonte), e negli ultimi anni non ha mai smesso di crescere. I vertici dell'azienda hanno appunto sottoscritto un'intesa coi sindacati che tocca diversi aspetti, dallo smart working al salario fino all'orario di lavoro. Il contratto integrativo sarà in vigore dal 2025 al 2028 e prevede un premio di risultato massimo di tremila euro. La novità più importante è però quella della settimana corta per i mesi estivi: da giugno a settembre, come accennato, si potrà uscire alle 12 tutti i venerdì o alternare una settimana con l'orario classico a una da quattro giorni (da lunedì a giovedì).
L'intesa, che dovrà essere approvata dai lavoratori dopo un referendum, segue quindi in scia altre esperienze nazionali - e bolognesi - dove la contrattazione tra proprietà e sindacati ha consegnato più tempo libero ai dipendenti senza intaccare i salari. Stretta di mano che ha come obiettivo quello di rendere più semplice conciliare la vita privata col lavoro, regalando spazi personali senza però togliere soldi dai portafogli. Molte aziende stanno andando su questa strada negli accordi integrativi, pratica che dovrebbe essere incentivata anche dallo Stato in tantissimi a...
La lezione di Ima
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