Bologna, 5 dicembre – Il grande cuore di Roberta Imperatori batte ancora nell’eredità del suo lavoro. La poliziotta, in servizio al commissariato Bolognina Pontevecchio, è morta lo scorso 8 ottobre, dopo aver lottato a lungo contro un brutto male. Ha lasciato una famiglia spezzata dal dolore e un vuoto incolmabile nei colleghi. Ha lasciato anche uno scatolone, pieno di casi e faldoni, che il destino ha costretto a lasciare a metà. Tra questi, c’era la storia di Mariuzzo, un settantenne italiano, senza fissa dimora da ormai tanti anni, in cura in un ospedale cittadino a seguito di un suo malore, e anche ‘senza identità’.
Nessuno sapeva il suo cognome, funerale a sei mesi dalla morte per la signora con la fisarmonicaRoberta stava lavorando al suo caso, quando la malattia se l’è portata via. Il fascicolo, così, era finito nello scatolone. Nessuno dei colleghi, un po’ perché il lavoro al commissariato proprio non manca, un po’ anche perché il solo guardare lo scatolone faceva male, riportava alla mente il sorriso e gli occhi di Roberta, aveva più preso in mano quelle pratiche.
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