Le 24 torri che vigilano sulla città: storia, leggende e famiglie famose

11 mesi fa 189

Bologna, 20 novembre 2024 – Non solo la Torre dell’Asinelli e la Garisenda, ovviamente. Ma una moltitudine di monumenti e simboli che hanno reso Bologna non solo la Rossa, la Grossa e la Dotta, ma anche la Turrita. Oggi di torri, in città, ne restano 24. C’è la Prendiparte, che svetta nell’omonima piazzetta e risale al dodicesimo secolo, dove in passato venne istituito il carcere della Curia e dove, nei piani intermedi, restano ancora le testimonianze lasciate dai prigionieri con le scritte che raccontano la vita all’interno della prigione. Detta la ‘coronata’ a causa della risega che le dona il motivo a corona visibile sulla sommità, con i suoi 59 metri e mezzo è la terza torre più alta della città, dopo l’Asinelli e la Torre degli Azzoguidi.

C’è la Torre della Specola, in via Zamboni, nata per volere dello scienziato Luigi Ferdinando Marsili e famosa per essere stata teatro di fondamentali esperimenti astronomici, oltre che sede oggi del Museo astronomico dell’Alma Mater. Qui Giovanni Battista Guglielmini diede vita a uno dei primi esperimenti per dimostrare la rotazione terrestre, lanciando dai 29 metri della Specola alcune sfere di piombo che, una volta toccato il suolo, si spostarono di circa quattro millimetri. Ma c’è anche la Torre degli Scappi, in via Indipendenza, legata a una curiosa leggenda (che nel corso degli anni si è dimostrata, effettivamente, soltanto una leggenda): il mito narra che dalla torre – il nome deriva da una delle famiglie più antiche della città – un...



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