Reggio Emilia, 13 dicembre 2024 – “Io e Gugliemo stavamo parlando di tutto. Poi, un attimo dopo, lui non c’era più. Non me ne capacito”. Il treno che passava a Rubiera, mercoledì sera alle 20.40, ha urtato il macchinista Guglielmo Maiello, 57 anni, originario di Napoli e residente a Pontenure (Piacenza), causandogli la morte. Ma ha anche cambiato per sempre le vite di coloro che in quel momento erano in stazione: colleghi, tutte persone che come la vittima lavorano nel settore ferroviario. A partire dall’uomo che era con lui nel momento dell’impatto, pressoché coetaneo di Maiello e con una storia che assomiglia alla sua: un 58enne di origine calabrese risiede "a Bologna, da quarant’anni".
Il giorno dopo la tragedia accaduta sotto i suoi occhi racconta di essere al pronto soccorso: "Sono sotto choc, devo fare qualcosa per me – dice –. Ho riferito alla polizia quanto accaduto. Conoscevo Guglielmo da poco, mercoledì era la prima volta che lavoravano insieme. Sono sotto choc", ci dice prima di sottoporsi a una visita medica. La sera prima era stato colto da malore ed era stato soccorso.
È piombato il dolore anche nella vita del conducente del treno, un giovane che ha appena finito il periodo di apprendistato. Ai suoi colleghi ha riferito di essere uscito da una curva a...






















