Reggio Emilia, 7 aprile 2024 – «Ho attraversato l’inferno e adesso mi sento come in paradiso. Dalla vita di strada a un contratto di lavoro a tempo indeterminato, mi sembra un sogno. Ho dormito all’aperto, ho lottato per sopravvivere, ho veramente toccato il fondo. Credetemi, nessuno è contento di non avere un tetto sopra la testa, nessuno ha piacere di fare una vita così. Ora, tutto è cambiato. E il mio desiderio più grande è che la mia famiglia mi raggiunga qui. Ho una figlia di due anni che non ho mai visto. Non vedo l’ora di poterla tenere in braccio". I suoi occhi si riempiono di lacrime mentre racconta, si vede che non può farne a meno, l’emozione è troppo grande e lo travolge: un pianto di una gioia incontenibile, che è quello di chi, prima, ha conosciuto anche l’altra faccia della medaglia, la disperazione pura.
Mamdouh Assan, 37 anni, di origine egiziana, fino a pochi mesi fa era uno dei senzatetto della stazione storica, i cosiddetti ‘invisibili’, troppo spesso protagonisti, in negativo, di qualche brutto fatto di cronaca. Era uno di loro, nella massa indistinta, solo uno tra i tanti disperati, senza ne...