“Nonostante si registrino segnali positivi, la ripresa economica è solo apparente e nelle Marche c’è uno scivolamento verso la precarietà, che si traduce in una certa decelerazione economica. La regione conferma infatti un vero primato per l’uso del lavoro intermittente e occupa le ultime posizioni nelle forme più stabili di assunzione. In particolare, è quattordicesima per incidenza dei contratti a tempo indeterminato sui nuovi rapporti di lavoro e dodicesima nell’utilizzo del contratto a termine”. Emerge dal Report 2024 (dati riferiti al periodo 2019-2023) dell’Osservatorio sulle vulnerabilità nelle Marche, realizzato dall’Alleanza contro la povertà (Acli, Caritas, Cisl, Cgil, Uil, Forum regionale Terzo Settore, Csv Marche, Confcooperative Marche, Legacoop Marche, Adiconsum, Gruppi di volontariato Vincenziano, Banco Alimentare, Ordine degli assistenti sociali) per “monitorare, osservare e studiare l’andamento delle povertà e i nuovi rischi sociali che si annidano nel territorio della regione”.
“Le famiglie in povertà assoluta nell’Italia centrale – si legge nel Report – sono in termini assoluti 365mila (6,8%), oltre 929mila individui. Nelle Marche, questa riguarda il 5,6% delle famiglie (dati Istat 2023), mentre quelle in condizioni di povertà relativa sono l’8,6%, circa 50mila”. E veniamo al lavoro. Nel 2023 il saldo netto occupazionale è positivo: cresce il tasso di occupazione, che si attesta al 67,4% rispetto al 66,8% del 2022 e al 61,5% del resto d’Italia, ma emerge anche che “la tipologia maggiormente utilizzata nelle assunzioni è il contratto a termine, ...












