Natale: tempo di feste e di Terporary shop. È quanto spesso accade nei centri storici delle città dove, per varie ragioni, dagli affitti troppo alti all’insicurezza delle opportunità offerte dal commercio, molti locali rimangono desolatamente vuoti dietro a vetrine spente e spesso polverose, aumentando il senso di abbandono. Per le feste ‘comandate’ però il fenomeno va in controtendenza con i Temporary shop, negozi aperti temporaneamente, come indica il termine stesso, che capitalizzano l’innalzamento della soglia di attenzione per gli acquisti e i regali. Se a farla da padrona sono i vari mercatini con fini benefici, come quelli delle associazioni legate al terzo settore o per missioni in zone remote del pianeta, da qualche anno anche gli artigiani, intesi nel senso più alto del termine, o i produttori cercano il loro ‘posto al sole’ nel centro. Un fenomeno per nulla trascurabile che in sé porta alcuni aspetti positivi, come l’occasione di vedere realizzazioni di chi solitamente lavora in laboratori spesso nascosti o lontani dal ‘passeggio’ e dall’altro la possibilità, di ‘saggiare’ il mercato per attività che potrebbero diventare permanenti.
A Faenza c’è un illustre precedente: il Temporary shop dell’Ente ceramica, che per anni ha girovagato dalla piazza principale a via Torricelli per poi diventare oggi permanente con Spazio ceramica Faenza, con una operazione non semplice e sicuramente coraggiosa. Adesso due nuovi Temporary shop si affacciano sul salotto buono della città. Il primo nel Voltone della Molinella, dove nei giorni scorsi ha inaugurato ‘Maison Def...






















