Forlì, 22 gennaio 2025 – Adesso inganna il tempo nell’unico modo in cui il tempo si può fregare almeno per qualche istante: con una passione. Daniele s’è lasciato sedurre e trascinare dalla febbre del teatro. Ha fatto l’attore in uno spettacolo. Ma poi il tempo si riprende sempre la scena: il 14 aprile a Bologna è stata fissata una rappresentazione della realtà più stringente e costringente; il processo d’appello.
Daniele Severi, 65 anni, meldolese, autista del 118 in pensione, nel tardo pomeriggio del 23 maggio scorso è uscito dal tribunale di Forlì con le manette ai polsi e una destinazione: carcere della Rocca; il destino è ancora più tranciante: ergastolo, per avere ucciso il fratello Franco, per i soldi d’un scoglio di terra montana e il denaro d’un’eredità contesa con altri famigliari (i fratelli, tutti parti civili, difesi dagli avvocati Max Starni e Massimo Mambelli). Le conclusioni dei giudici togati e popolari hanno legittimato la scena ipotizzata dalla pm Federica Messina (che ha chiesto e ottenuto il massimo della pena): prima Daniele gli avrebbe sparato in testa, al fratello. Poi la testa gliel’avrebbe mozzata di netto, nascondendola in una risacca sconosciuta degli appennini: non è mai stato rinvenuto il capo del povero Franco, 53 anni, agricoltore, trovato ammazzato la sera del 22 giugno 2022 in un declivio del suo fondo agricolo, ereditato dei genitori morti, a Ca’ Seggio di Civitella. Carcere a vita per Daniele, ...


















