Ascoli, 9 gennaio 2025 – Ha agito sapendo quello che faceva Massimo Malavolta mentre la notte del 19 dicembre scorso massacrava a morte sua moglie Emanuela Massicci? Le sue condizioni psicofisiche, che lo tengono per ora ancora in ospedale invece che in carcere, gli consentono di affrontare un’inchiesta e un processo con la consapevolezza che richiedono? Domande alle quali dovrà dare una risposta la perizia che il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Ascoli Annalisa Giusti ha disposto sul 48enne di Castignano che ha ucciso a forza di botte la moglie Emanuela nella loro abitazione a Ripaberarda, mentre i loro bambini piccoli erano nella stanza accanto. A sollecitare l’accertamento è stata l’avvocata Saveria Tarquini, difensore d’ufficio di Malavolta. La perizia si svolgerà in sede di incidente probatorio. Attraverso i quesiti ben precisi, il giudice Giusti ha chiede ai medici legali Pietro Alessandrini e Alberto Testa di valutare se l’uomo al momento della commissione dell’omicidio della moglie fosse capace di intendere e di volere o se la capacità era grandemente limitata.
I periti incaricati dovranno accertare anche se Malavolta sia persona socialmente pericoloso, precisando eventualme...














