Il battesimo del fuoco, alla fine di acqua si trattava, la grande piena del Po del 2000. Uno scenario ancora più cupo di quello attuale. La valanga d’acqua così alta che dovette intervenire l’esercito, il ponte sulla ferrovia venne sollevato di alcuni centimetri. Ore cruciali. "Ero in protezione civile in realtà già da due anni, ma quei giorni non li dimentico di certo", Alceste Zecchi non riesce a nascondere l’orgoglio. E’ a capo della Protezione civile, quasi mille effettivi, una trentina di associazioni sul territorio, uomini e donne che rispondono presente alle emergenze. Come lei che alle spalle ha una vita costellata di emergenze, il terremoto dell’Aquila, giorni in tenda, la spedizione a Conselice lo scorso anno, più recentemente a Traversara – meno di mille abitanti, frazione di Bagnacavallo – il paese finito sotto una valanga d’acqua, per la seconda volta.
Come sta andando a Campotto?
"I lavori non si sono mai fermati, stiamo realizzando una pista sulla strada provinciale 38 per arrivare alla breccia sull’Idice. Secondo le nostre previsioni, al netto di imprevisti, domani dovremmo raggiungere il torrente e cominciare la posa dei massi ciclopici. Stiamo operando 24 ore su 24, sabato e domenica. Senza sosta. Anche il consorzio bonifica Renana ha messo in funzione un impianto di sollevamento, stiamo pompando acqua in quel tratto", risponde Alceste Zecchi, Il nome stampato sulla divisa, il sorriso per dare coraggio a popolazioni stremate, i piedi nel fango della disperazione.
E’ da poco passata la piena sul Grande Fiume, gi...











