Reggio Emilia, 5 dicembre 2024 – Una storia agghiacciante quella al centro del processo che si sta svolgendo davanti al tribunale collegiale di Reggio Emilia. Una storia che parla di una tratta di schiave, fatta arrivare dall’Africa alla nostra città con l’inganno, per poi essere costrette a prostituirsi sotto la minaccia di riti ancestrali o delle botte.
Ieri, in aula, sono sfilati alcuni testimoni del procedimento che vede alla sbarra una 36enne nigeriana, accusata di sfruttamento della prostituzione e lesioni aggravate, nei confronti di una connazionale e della figlioletta.
Stando alle ricostruzioni, la presunta ’maîtresse’ avrebbe costretto la parte offesa a intrattenere rapporti sessuali con altri connazionali, contattati direttamente dall’imputata, “almeno due o tre uomini al giorno”, si legge nelle carte dell’accusa, dietro pagamento di denaro che veniva requisito direttamente come “rimborso per il viaggio dalla Nigeria”. Non solo. Quel risarcimento del debito sarebbe stato oggetto di un “giuramento con rito voodoo
















