BOLOGNA – Già c’è, un prima e un dopo. Il femminicidio di Alessandra Matteuzzi, il 23 agosto del 2022, è stato un tragico e doloroso spartiacque, che ha portato tutta la città non solo a stringersi alla sorella Stefania e a tutti i famigliari nella loro battaglia per la giustizia, ma anche a scendere in piazza due volte. La condanna all’ergastolo in primo grado di Giovanni Padovani, il 27enne che l’ha massacrata a colpi di martello e con un panchina di ferro, mette un primo, anche se non definitivo punto alla vicenda. “Alessandra non c’è più, come faccio?” urla ancora Stefania alla lettura della sentenza mentre abbraccia il sindaco Matteo Lepore, presente in aula così come le amiche della vittima. “Sono provata – ha detto alla fine la sorella – ma ho sempre affrontato questo processo con rispetto. Ho ascoltato le parole di Padovani, con dolore, sperando nella giustizia, che finalmente è arrivata. Ora sono convinta che ovunque sia Alessandra è felice”. La speranza è ...