Velasco ritorna alle origini. A Jesi, dove tutto iniziò

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"Ci sarebbe il viceallenatore della nazionale argentina, si chiama Velasco, Julio Velasco se glielo chiedete di sicuro non se lo farà ripetere due volte". Estate 1983 la Pallavolo Jesi è appena stata promossa in A2, Lamberto Giordani il coach che ha vinto il campionato ha dovuto rinunciare all’incarico, nella vita di tutti i giorni è un dipendente delle Ferrovie dello Stato impossibile conciliare tempi e orari con le esigenze di uno sport semiprofessionistico.

I due nuovi stranieri della Tre Valli, Waldo Kantor, il palleggiatore che arriva da Siena e il mcentrale Buby Wagenpfeil reduce dall’annata con la Sabini Castelferretti non perdono l’occasione per una ‘raccomandazione’ accolta, non senza qualche tentennamento, da una dirigenza sorpresa dalle dimissioni appena annunciate.

Comincia così l’avventura italiana di Julio Velasco due stagioni alla guida dell’allora Tre Valli, una promozione sfiorata il primo anno (i Lupi Santa Croce, qualcuno se li ricorda?) un campionato tribolato e deludente il secondo concluso nell’anonimato e con la fatale crisi che portò allo smembramento di squadra e dirigenza e alla ‘fuga’ del tecnico argentino.

Pochi sanno, quando si dice il destino, che proprio in quel periodo, metà anni 80, Velasco fu sul punto di anticipare l’avventura al femminile tentato dalla pressante corte dell’ingegner Pieralisi che lo avrebbe fortissimamente voluto alla guida della ambiziosa Monte Schiavo.

Restare a Jesi o tornare in Argentina? A cambiare, in meglio, i futuri destini della pallavolo italiana l’incontro ‘segreto’ ...



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