In fondo, quella della Vuelle in serie A2 è una nuova avventura. In un mare in cui non navighiamo più da quasi vent’anni. Ha il suo fascino, questa cosa, ma anche i suoi rischi. Non sappiamo più chi sono le navi nemiche, non conosciamo più i marinai. Un’altra generazione di giocatori italiani nel frattempo è cresciuta e si sta facendo largo nel mondo del basket. Ma qui non li abbiamo mai visti, perciò ci sorprendiamo che qualcuno di cui poco prima non conoscevamo nemmeno il nome, possa segnarci venti punti così, senza colpo ferire. Le amichevoli del pre-campionato hanno raccontato che va bene l’atletismo, va bene la tecnica, ma esistono ancora l’agonismo e conta ancora la fame quella vera, che ti fa arrivare per primo su una palla vagante, prendere un rimbalzo anche sei più basso. E soprattutto bianco.
"Chi non salta bianco è" è un film che ci ha fatto divertire un sacco, ma in questo campionato non funziona così perché gli americani per ogni squadra sono solo due e la conseguenza è che gli italiani tornano a prendere i tiri che contano, in qualche caso anche a dettare legge. Semplicemente perché conoscono le dinamiche di questo torneo, che è molto più tattico e dunque un po’ più lento. Il livello del gioco magari non sarà eccelso, ma la maggior parte delle partite di questa stagione saranno equilibrate e questo garantisce già un certo interesse.
Pesaro ha costruito una squadra a trazione anteriore, con due esterni stranieri, per cercare di avere più talento nel reparto che, di solito, decide le sfide. Per possedere quell’imprevedibilità di cos...










