Anche da Bologna in presidio a Roma contro il precariato dei ricercatori del CNR. Dal 5 dicembre la sede centrale di Roma si è trasformata un accampamento di tende che i manifestanti non sembrano avere intenzione di smontare, almeno fino a quando il governo non soddisferà la loro richiesta: un finanziamento strutturale che possa porre fine a contratti di lavoro precari e garantire la continuità della ricerca scientifica. A comunicare lo stato di agitazione è stato il movimento Precari Uniti del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna.
Da anni la ricerca pubblica italiana sta vivendo un periodo di instabilità economica che la ostacola sul lungo periodo e costringe i ricercatori a emigrare all’estero, privando il nostro Paese dei suoi professionisti e delle loro competenze.
Oggi, con la scadenza dei fondi del PNRR, che non permette di rinnovare i contratti all’interno degli enti di ricerca, questa situazione si aggrava amaramente e migliaia di lavoratori rischiano di rimanere a casa da un momento all’altro.
Per questo i ricercatori del CNR si sono attivati collettivamente e nella speranza di poter dialogare con le istituzioni, ritenendo che la ricerca pubblica sia un bene comune privo di colore politico e la sua tutela un dovere.
Infatti, amministrazioni comunali di orientamenti diversi, come Roma, Pisa, Bologna, Modena, Venezia e la Regione Calabria, hanno dato il loro appoggio all’iniziativa dimostrando di riconoscere l’urgenza del problema.
Dal Governo, invece, tutto sembra tacere: l’attuale testo della leg...

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