Strage di Bologna: l’alibi di Bellini caduto dopo più di 40 anni. VIDEO

9 mesi fa 338

BOLOGNA – Il 1° agosto 1980, il giorno prima della strage, il reggiano Paolo Bellini non andò in ospedale a Parma a fare visita al fratello Guido, come ha raccontato. Bellini, secondo la sua versione, doveva mettersi d’accordo col fratello per accompagnare la nipotina in vacanza al Tonale con la famiglia il giorno successivo. Ma la cognata, che rimase in ospedale tutto il giorno, ha detto di non averlo visto e ha raccontato che la partecipazione della figlia al viaggio era stata concordata da tempo. L’imputato ha poi sostenuto che la notte fra l’1 e il 2 agosto pernottò in hotel a Fidenza e la mattina dopo partì per Rimini, per andare a prendere la famiglia e raggiungere il Tonale. Anche questa ricostruzione, secondo i giudici, è smentita dai fatti. Dalle registrazioni dell’hotel Due Spade non risulta nessuna camera a nome di Roberto Da Silva, il falso nome usato all’epoca da Bellini, e lo stesso albergatore ha negato la circostanza.
E’ quello che si legge nelle motivazioni della sentenza che ha confermato la condanna all’ergastolo con l’accusa di aver partecipato alla strage alla stazione di Bologna, che provocò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200. I giudici si sono soffermati in particolare sull’alibi. “Un alibi – scrivono – appositamente preordinato con largo anticipo, raffinatissimo e apparentement...



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