Il divieto sulla cannabis light contenuto nel nuovo decreto sicurezza del governo Meloni è un attacco frontale alla legalità, al lavoro e al buon senso. Un provvedimento che criminalizza un’intera filiera — dalla coltivazione di canapa industriale alla vendita delle infiorescenze di cannabis light — senza alcuna base scientifica, giuridica o sanitaria.
La cannabis light in Italia, secondo la legge vigente, non è una sostanza stupefacente. Eppure il decreto introduce il divieto totale di importare, lavorare, trasportare, cedere, vendere e persino possedere infiorescenze di canapa con THC inferiore allo 0,3%, rendendo di fatto impossibile ogni attività connessa al settore della canapa legale.
Il risultato è devastante: centinaia di negozi di cannabis light costretti a chiudere, coltivatori abbandonati, investimenti cancellati, migliaia di posti di lavoro a rischio. Il tutto in nome di una “sicurezza” che non esiste, se non nella narrazione ideologica e propagandistica del governo.
Il proibizionismo del governo Meloni: ideologia contro la realtà
Non c’è alcun dato che colleghi la cannabis light a fenomeni criminali o sanitari preoccupanti. Nessun ef...

6 mesi fa
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