Un’indagine condotta da Confindustria Dispositivi Medici ha rivelato un dato preoccupante: l’80% dei dispositivi medici complessi messi a gara tra il 2020 e il 2023 dalla Regione Emilia-Romagna non sono stati poi ordinati, a causa della loro inadeguatezza rispetto ai fabbisogni reali dei pazienti. Questo divario tra le gare e le reali necessità dei cittadini, soprattutto in relazione a dispositivi come carrozzine, tricicli modulari, passeggini riducibili e ausili per la mobilità, sta mettendo a rischio l’autonomia e la qualità di vita delle persone con disabilità gravi e dei pazienti cronici.
Secondo i dati forniti, delle 9.741 carrozzine leggere messe a gara, solo 2.973 sono state effettivamente ordinate. Un altro esempio riguarda i passeggini riducibili, dei quali solo 9 sono stati richiesti su 264 messi a gara. Anche dispositivi specifici come gli unicicli e i moltiplicatori di spinta hanno visto richieste molto inferiori alle offerte iniziali, con appena 3 e 17 unità ordinate, rispettivamente, rispetto ai 51 e 100 inizialmente previsti. Questi numeri evidenziano una grave inefficienza nel sistema di approvvigionamento, che non risponde adeguatamente alle necessità di chi necessita di supporti vitali per la mobilità e l’autonomia.
Elena Menichini, presidente dell’Associazione Ausili di Confindustria Dispositivi Medici, ha commentato la situazione affermando che alcuni dispositivi medici, in particolare quelli per patologie gravi e per l’età evolutiva-pediatrica, non possono essere oggetto di gare generiche. «Le esigenze dei pazient...

6 mesi fa
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