Bici libere di pedalare sotto i portici, è davvero un’idea pratica e inclusiva?

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La proposta di Coalizione Civica di consentire il passaggio delle biciclette sotto i portici del centro storico di Bologna sembra, a prima vista, una scelta a favore della mobilità sostenibile. Ma guardandola più da vicino, solleva questioni importanti sul modo in cui questa amministrazione, guidata da Matteo Lepore, interpreta la rappresentanza cittadina.

Privilegiare le biciclette sotto i portici significa dare priorità a una parte della cittadinanza – quella che usa la bici – e, di fatto, ignorare chi non la usa. Migliaia di bolognesi si muovono a piedi, in auto, con mezzi pubblici o semplicemente scelgono di attraversare il centro in sicurezza senza essere disturbati da ciclisti. La proposta appare dunque discriminatoria, perché organizza lo spazio pubblico a vantaggio di alcuni e a svantaggio di altri, senza trovare un equilibrio.

Nella pratica?

C’è poi un problema pratico evidente: come si concilia il passaggio continuo delle biciclette con quello dei pedoni? I portici sono già luoghi di passaggio intenso, affollati e spesso stretti. Trasformarli in piste ciclabili significa aumentare i rischi di incidenti, conflitti e disagi per chi cammina, senza considerare le esigenze di commercianti, turisti e persone con mobilità ridotta.

Politica di parte

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