Una ragazza di 23 anni muore sulla pista ciclabile di Corticella, travolta da un camion impegnato, secondo le prime indagini sulle dinamiche dell’incidente, nei lavori del tram. È l’immagine più dura e più vera della mobilità a Bologna, ben lontana da quella raccontata solo sei giorni fa nel comunicato in cui il Comune festeggiava l’ingresso del capoluogo emiliano tra le 30 città più bike-friendly al mondo (usando pure un anglicismo, che fa chic). E mentre i dati sui passaggi delle biciclette venivano esibiti come prova di un aumento della mobilità ciclistica, pochi ricordavano che quei numeri registrano solo transiti: non dicono nulla sul reale incremento della mobilità ciclistica, perché una bicicletta può passare dieci volte e risultare dieci volte. Senza targhe, senza identificazione, senza un dato effettivo.
Poi arriva la realtà. E la realtà è una giovane che perde la vita proprio dove avrebbe dovuto sentirsi protetta: su una pista ciclabile. Una tragedia che rende quanto meno stonato il commento del sindaco Matteo Lepore, pronunciato, come si legge sul Resto del Carlino, nello stesso giorno dell’incidente: «La nostra è una città impegnata per ridurre la violenza in strada e gli incidenti mortali». Parole che, in un momento così, pesano troppo. Dire che la città è impegnata a ridurre gli incidenti mentre una ragazza giace senza vi...

6 ore fa
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