Ci vuole il morto per svegliare la politica, arrivano le misure contro il caldo ma «i lavoratori restano esposti»

4 mesi fa 151

Mentre l’emergenza caldo mette a dura prova la città di Bologna, il sindacato USB punta il dito contro le istituzioni locali, accusandole di interventi tardivi e poco incisivi per la tutela della salute dei lavoratori. La recente morte di un operaio a San Lazzaro di Savena, deceduto mentre lavorava in un cantiere sotto il sole, ha riacceso l’attenzione sul tema dello “stress termico” nei luoghi di lavoro.

Secondo USB, le ordinanze (in vigore da domani 2 luglio e firmate dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Bologna subito dopo la notizia della morte dell’operaio, non vanno oltre l’apparenza. «I provvedimenti adottati corrispondono a una logica di atto dovuto che non affrontano in maniera tempestiva ed efficace l’emergenza caldo: siamo di fronte a interventi che affrontano i casi più evidenti ed estremi».

Tra le misure più discusse c’è il divieto di lavoro all’aperto nelle ore centrali della giornata, ma – denunciano – questa disposizione non copre tutti i settori esposti, e manca completamente un sistema di controllo che ne garantisca l’applicazione effettiva. I settori a rischio, secondo USB, non si limitano all’agricoltura e all’edilizia: «Il rischio...



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