Entro il 2030 in Emilia-Romagna potrebbero mancare fra 4.600 e 7.600 infermieri. A lanciare l’allarme è il Nursind di Bologna, sindacato di categoria, che denuncia una situazione ormai critica per la sanità regionale. «La nostra è una figura professionale sempre meno attrattiva, bisogna subito intervenire» avverte la segretaria regionale Antonella Rodigliano.
Il sindacato accoglie positivamente gli investimenti previsti dalla nuova legge di bilancio, che prevede oltre seimila assunzioni nel settore sanitario, ma sottolinea come il problema sia strutturale: «Il problema principale è che infermieri non ce ne sono. Si tratta di una situazione a cui porre assolutamente rimedio, intervenendo non solo a livello nazionale».
Rodigliano critica la mancanza di ascolto da parte delle istituzioni locali: «Anche la Regione può intervenire, se non fosse che, come il Nursind denuncia da tempo, dall’altra parte continua a non esserci alcun tipo di ascolto da parte delle aziende, delle direzioni generali e della stessa politica».
Solo nell’area metropolitana di Bologna si contano circa seimila infermieri, ma oltre il 40% ha più di 51 anni. Pensionamenti, mobilità e dimissioni continuano a crescere, e secondo il Nursind servirebbero almeno 900-1.200 professionisti in più per garantire turni sostenibili e un’assistenza sicura. «Nel frattempo invece i licenziamenti continuano e tanti colleghi preferiscono andare all’estero o in altre regioni, visto che qui, in una città come Bologna, con lo stipendio da infermiere si fa molta fatica».

4 giorni fa
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