Proteste contro il numero chiuso nei corsi di professioni sanitarie scuotono Bologna questa mattina. L’iniziativa si è svolta presso il Quartiere Fieristico, dove si teneva il test di ingresso, con studenti che chiedono maggiori risorse per il Sistema Sanitario Nazionale e meno spesa militare.
«Il Sistema Sanitario Nazionale – sostiene il FGC – ha dimostrato tutte le sue debolezze, frutto di smantellamento sistematico. La carenza di personale è un problema strutturale a cui il numero chiuso ha contribuito. Contemporaneamente gli istituti di cura privati hanno proliferato e costituiscono ora più del 48% delle strutture sanitarie totali. Sempre più persone devono rinunciare a curarsi e tutti i principali partiti ne sono responsabili».
Il movimento contesta anche le scelte del governo sulla formazione sanitaria: «Il numero chiuso a medicina non è stato cancellato e il test è stato sostituito da un sistema altrettanto iniquo. Per le professioni sanitarie non c’è nemmeno un incremento significativo dei posti disponibili. Il governo sulla meritocrazia fa vuota retorica mentre affossa il SSN e fa crescere solo la spesa militare».
Secondo il Fronte della Gioventù Comunista, le risorse che potrebbero servire a formare e assumere personale sanitario vengono invece destinate agli impegni militari richiesti da NATO e UE. «Quella contro il numero chiuso è la lotta degli studenti per costruire un sistema sanitario migliore. Abolire il numero chiuso, soldi alla sanità non alla guerra!» conclude il comunicato.
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