A Bologna è partita con tanto di cerimonia la consegna delle chiavi di 33 nuovi alloggi a canone concordato nel quartiere Navile, costruiti da Acer nell’ambito del cosiddetto Piano per l’abitare. Una notizia che il Comune presenta come un passo avanti nella lotta all’emergenza abitativa, ma che in realtà mostra tutta la debolezza strutturale di una visione insufficiente e lontana dalla reale portata del problema.
Trentatré appartamenti – questa la cifra su cui si basa l’iniziativa – rappresentano una goccia nel mare di una città dove l’accesso alla casa è diventato un privilegio. L’affitto medio di questi nuovi alloggi si aggira sui 520 euro, comprensivi di garage, e i destinatari sono lavoratori dipendenti o atipici con Isee tra i 9.360 e i 35.000 euro, residenti o impiegati nel comune di Bologna. Una nicchia selezionata, di quella cosiddetta “fascia grigia”, che di certo ha bisogno di sostegno, ma che non rappresenta neppure lontanamente l’intera gamma di cittadini travolti dal caro-affitti.
Studenti tagliati fuori
La questione studentesca, ad esempio, è totalmente assente da questo intervento. A Bologna trovare una camera singola sotto i 500 o anche 600 euro mensili è diventata un’impresa. Gli studenti fuorisede, che per anni hanno costituito una componente viva e fondamentale della città, vengono ignorati da un Piano che continua a fingere che la crisi abitativa sia...

2 mesi fa
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