Non sarebbe stato lui ad appiccare l’incendio che, nella notte del 4 settembre del 2023, distrusse due auto e danneggiò una villetta in via Baiesi, ad Anzola Emilia, nel Bolognese. Lo ha stabilito il giudice per l’udienza preliminare Nadia Buttelli, che ha assolto un imprenditore edile 59enne con la formula «per non aver commesso il fatto».
L’uomo, titolare di una ditta che aveva appena concluso i lavori di ristrutturazione sulla facciata dell’abitazione coinvolta, era finito a processo con rito abbreviato. Le indagini, coordinate dalla pm Francesca Rago e condotte dai carabinieri, lo avevano individuato come principale sospettato grazie anche alle immagini di una telecamera di sorveglianza, che avevano ripreso una figura con casco integrale nei pressi del rogo.
Gli inquirenti avevano ipotizzato anche un movente economico: un mancato pagamento di una fattura considerata di scarso valore rispetto all’entità complessiva dell’appalto. Nella ricostruzione accusatoria si era parlato anche di una possibile estorsione. A rafforzare i sospetti, un colloquio informale registrato in un bar del paese tra un cliente e il barista, in cui si faceva riferimento a presunti debiti nei confronti dell’impresa.
L’imprenditore, difeso dall’avvocato Patrizio Orlandi, era stato perquisito e successivamente rinviato a giudizio. Ma la sua difesa ha puntato sulla prova scientifica: secondo una consulenza tecnica presentata dal legale e affidata all’ingegner Michele Ferrazzano, le celle telefoniche dimostravano che al momento dell’incendio il 59enne si trovava in un’a...

3 mesi fa
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