La tensione attorno al Giardino di San Leonardo, il giardino di fianco alla Johns Hopkins University e da sempre popolato da studenti con grandi sofore, pioppi neri, cedri dell’Himalaya, aceri argentei e farnie nel cuore di Bologna, si è trasformata ieri in una protesta sul campo. Un gruppo di cittadini, tra cui anche alcuni comitati e collettivi studenteschi, si è radunato spontaneamente per impedire l’avanzamento dei lavori avviati dalla Johns Hopkins University (con l’ok dell’amministrazione comunale) che confina con l’area verde. Secondo i manifestanti, gli interventi in corso rischiano di danneggiare in modo irreparabile le radici di tre alberi di alloro, al centro della contesa.
La scintilla è scattata sui social, dove nella mattinata di ieri è stato lanciato un appello per difendere il giardino da quella che alcuni residenti considerano una «privatizzazione mascherata». A preoccupare è proprio l’accordo siglato dal Comune con l’università americana, che prevede un intervento di riqualificazione dell’area da parte dell’ateneo in cambio dell’apertura di una caffetteria all’interno del parco.
«Non è una privatizzazione, ma una collaborazione» (sic!)
A smentire le accuse è l’assessore comunale all’urbanistica, Raffaele Laudani, che chiarisce: «Non si tratta di una privatizzazione, ma di un patto di collaborazione che prevede che la Johns Hopkins si occupi della riqualificazione e della manutenzione dell’area, mentre il progetto di apertura della caffetteria e del taglio delle piante è ancora al ...

3 mesi fa
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