Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore ha affermato ultimamente, con tono trionfante, che «il tram è una cosa di sinistra». Un’affermazione che rivela più l’urgenza di marcare un’identità politica che la volontà di affrontare con razionalità e spirito critico un’opera da centinaia di milioni di euro che sta stravolgendo Bologna.
Ma davvero il tram è “di sinistra”? Lo dovrebbero dire i cittadini, non la politica. È di sinistra deviare decine di linee, paralizzare il traffico, esasperare i cittadini e i commercianti in nome di un’infrastruttura che, almeno nella fase iniziale, peggiora la vita quotidiana dei bolognesi? È di sinistra sacrificare la vivibilità urbana per un progetto calato dall’alto e blindato con il PNRR, dunque svincolato dal confronto democratico?
La retorica di Lepore è tanto audace quanto vacua. Dire che «non stiamo abbellendo il centro perché siamo radical chic» non basta per smontare l’accusa. Anzi, dimostra quanto sia presente questa percezione. Se il primo cittadino sente la necessità di sottolinearlo qualcosa vorrà pur dire. Poi, il riferimento a «collegare i quartieri popolari» suona paternalistico, come se si dovesse...

4 mesi fa
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