Tensione altissima ieri sera nel cuore di Bologna. Piazza Maggiore è stata completamente chiusa e presidiata da forze di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l’arrivo di qualche decina di attivisti pro-Palestina e pro 7 ottobre alla fontana del Nettuno, dove era stata vietata una manifestazione dal Viminale e dal questore Antonio Sbordone. La manifestazione era stata vietata in quanto celebrava il 7 ottobre, giorno in cui 2 anni fa ci fu un attentato terroristico di Hamas in Israele.
Nonostante il divieto, i manifestanti hanno acceso megafoni e iniziato a scandire slogan. La Digos è intervenuta per sequestrare striscioni e impianti audio, ma la piazza nel frattempo si è riempita di altri gruppi, arrivando a circa cinquecento persone. Il clima si è surriscaldato quando i manifestanti hanno tentato di muoversi in corteo, gridando “Corteo! Corteo!”. Le forze dell’ordine hanno risposto con cariche di alleggerimento e idranti per impedire ogni spostamento.
Gli scontri si sono poi estesi fino a via Rizzoli e strada Maggiore, dove sono stati lanciati oggetti e rovesciati bidoni per bloccare le strade. Il bilancio parla di quattro giornalisti e un dirigente di polizia feriti. In tarda serata, la folla si è dispersa tra via Zamboni e via Oberdan. La Questura ha comunicato tre fermi e diverse identificazioni.
Le reazioni politiche
Il capogruppo della Lega a Bologna, Matteo Di Benedetto, ha condannato duramente quanto accaduto: «La folle manifestazione abusiva dei pro-Hamas che ha avuto luogo a Bologna, i...

2 settimane fa
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