Uno studio commissionato dal Comune di Bologna per analizzare le aree a nord dell’ex scalo Ravone finisce nel mirino della Corte dei conti dell’Emilia-Romagna. Secondo i giudici contabili, l’affidamento deciso nel 2024 attraverso una determinazione dirigenziale non sarebbe stato un regolare appalto di servizi, ma un incarico di consulenza esterna privo dei requisiti previsti dalla legge.
La sezione di controllo, presieduta da Marcovalerio Pozzato e con relatore il consigliere Alberto Rigoni, ha esaminato gli atti e rilevato l’illegittimità della procedura adottata dal Comune. Il contratto da circa 115mila euro affidato a uno studio di architettura, secondo quanto si legge nella delibera numero 89 del 2025, non forniva un servizio utile diretto al committente, ma rappresentava piuttosto una collaborazione tecnica assimilabile a un parere.
La Corte sottolinea come la collaborazione sia stata disposta senza aver prima verificato l’eventuale disponibilità di risorse interne, né siano state effettuate procedure comparative tra più candidati, violando così quanto stabilito dalla normativa vigente. Mancava, inoltre, il necessario parere dei revisori dei conti, obbligatorio per legge in questi casi.
A fronte di queste irregolarità, i magistrati contabili hanno trasmesso gli atti alla Procura regionale della Corte dei conti per le eventuali valutazioni in merito a un possibile danno erariale.

3 mesi fa
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